Il re Jehu, l'isis, gli ebrei oggi, Freud e il ritorno del monoteismo, quale?

La storia di Israele è un lungo cammino di abbandono della fissazione monoteista, che pure è stato un avanzamento di civiltà rispetto al paganesimo, è questo il compimento di cui parla Gesù.
L'Islam a 600 anni dalla nascita di Cristo ci ha ripensato e ha fatto carta straccia di quel percorso, chiamandolo superamento e aggravando la fissazione; ha sostituito la narrazione del popolo ebraico con imperativi morali, alcuni hanno preso molto sul serio e alla lettera il ripensamento, che è un rinnegamento del passo compiuto da Cristo, e ora fanno, se possibile con più virulenza, quello che faceva il re di Israele Jehu circa 2800 anni fà, contro gli adoratori del dio baal.
Il lento avanzamento, che Freud chiama "progresso spirituale", del monoteismo mosaico, nella penisola araba del settimo secolo è interrotto dall'entrata in scena di Maometto. "L’Islam era un semplice e chiaro urlo di guerra che pretendeva il riconoscimento del dominio arabo, dell’unità di Dio e della profezia di Maometto; ciò era tutto» (C. H. Becker in L’Islam come problema); ancora con Freud si potrebbe dire che quella "rinuncia pulsionale" come seme nel monoteismo mosaico ("la religione che ebbe inizio con il divieto di farsi un'immagine di Dio evolve sempre più nel corso dei secoli in una rinuncia pulsionale"), con l'introduzione del monoteismo islamico, viene rinnegata a favore dello spirito di conquista e di dominio sulle altre due religioni che stavano lentamente invadendo la penisola araba e intaccando il suo debole e sfibrato politeismo.
Mi pare evidente che il paradiso islamico non abbia come presupposto  la rinuncia pulsionale,  anche se l'elezione dell'atto sessuale a premio supremo non è che il test proiettivo della delirio monosessuale e pansessuale, altresì la condizione paradisiaca del cristiano in contemplazione dell'oggetto-dio eccede la rinuncia pulsionale freudiana sfociano nella catatonica soppressione di qualsiasi moto, anche intellettuale.
L'obiettivo dell'islam non era la conversione degli infedeli, all'inizio, ma semplicemente che il dominio sarebbe stato, da allora in poi, appannaggio dei seguaci del Dio maomettano.
Il compimento della legge mosaica, secondo Cristo, è l'abbandono dello schema monoteistico, non per un ritorno al paganesimo ma per l'assunzione di una legge paterna universale di cui il soggetto è erede; il "superamento" operato da Maometto è la costruzione di un sistema giudicante ( secondo una prescrizione imperativa ) universale che richiede solo di essere obbedito sia come ritualità e sia nei confronti dell'altro da sé ( nell'ambiente Cristiano è nota la locuzione del santo strumento nelle mani di Dio).
La penetrazione della nuova religione nel contesto ebreo-ellenistico-cristiano della tarda antichità ha come effetto l'adattamento dei semplici presupposti Maomettani alla cultura dominante, l'islam si cristianizza e il cristianesimo si islamizza, il catalizzatore non può che essere la cultura ellenistica.
Giacomo Contri (a cui devo le idee buone di questo scritto e non quelle meno buone, che sono mie) fa notare infatti:
"In un punto [l'islam] non è stato autonomo: nell’avere rilevato, come si rileva un’azienda in crisi, la sbandata predicativa del cristianesimo, ellenizzante già prima della scoperta islamica di Aristotele." ( Giacomo Contri in Mosè Gesù Freud )
L'ambiente culturale medioevale che si pensa teatro di lotta e scontri tra islam e cristianesimo, e che materialmente lo è anche stato, ha molti più punti di contatto intellettuali che differenze. (Vedi l'importazione in occidente della razionalismo greco dai filosofi arabi).
La presenza degli attuali ebrei secolarizzati è un deterrente, forse il principale, dal rischio di un rinnegamento che i cristiani operano e sono sempre tentati di operare, è il lato positivo dello sionismo;
lo preferisco il laico, intellettuale e vivace ebreo, errante, come è stato Freud, che quando ci descrive lo sguardo paterno e tollerante del Mosè di Michelangelo posato sul popolo dalla "dura cervice" in preda alle nostalgie del politeismo, ci da l'occasione di pensare ad un Dio-padre che a noi cristiani " ci perdonerà perfino il nostro bisogno di religione ma la guarigione da esso non potrà imporcela per miracolo" (Giacomo Contri in Mosè Gesù Freud)

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