Bestie

Anche quando l'uomo si comporta da bestia non c'è possibilità di passaggio all'animale.

Dal dizionario filosofico, alla voce Bestie, Voltaire ci dice che l'anima non può essere distinta dal suo oggetto (cioè la materia)  ma allora chi lo fa muovere?  si chiede il miscredente Voltaire,  e subito risponde: ve l'ho già detto: colui che fa muovere anche gli astri.


Deus est anima brutorum, (Dio è l'anima delle bestie)  

E' la più brillante frase che abbia mai trovato fino ad ora per la valorizzazione degli animali, non è una frase di Voltaire, egli la cita in fondo al capitolo, aggiungendo che aveva ragione l'autore, ma che doveva andare oltre.


Pare che gli animali sappiano anche mentire o per meglio dire fingere, ma lo scopo delle loro "menzogne" è sempre quello di difendersi da aggressioni o assicurarsi il cibo, a volte anche cercando di evitare la concorrenza.


Le "eroiche" difese dell'uomo (o della donna) ai quali sono legati gli animali da compagnia, fino al sacrificio della vita, mirano di mantenere e assicurarsi il favore del proprio padrone.  Il lento lasciarsi andare di alcuni animali, venuto meno il padrone, la cosiddetta depressione,  non è che il non capacitarsi che la persona non c'è più, unita al fatto che la dipendenza dal padrone in alcuni casi è fortissima.  

Molti animali tenuti e cresciuti in cattività hanno sviluppato una fortissima dipendenza dal comportamento e dalla presenza stessa di chi si prende cura di loro, tanto che quando viene a mancare questa unica e ormai insostituibile fonte di affetto, cibo e sicurezza avvertono un vuoto incolmabile.


Le reazioni difensive  violente dell'animale,  anche dopo decenni,  a persone, categorie di persone o altri animali, senza che ci sia un'offesa immediata;  sono possibili perchè esiste nell'animale una memoria che si riattiva,  la memoria di un maltrattamento ricevuto nel passato, a certe condizioni,  torna attiva e l'animale mette in campo la sua difesa;    

non esiste una premeditazione,  si tratta di reazioni al riattivarsi di un ricordo, al verificarsi di certe condizioni;   ancora una volta l'animale non mette in atto nessuna cattiveria, nessuna malvagità gratuita, solamente si difende.

Solo l'essere umano, a differenza dell'animale,  può mentire o offendere l'altro in modo disinteressato,  o meglio per vendetta o cattiveria al solo scopo di far male, di provocare sofferenza,  propriamente non guadagna ne cibo ne sicurezza dall'offesa all'altro, semmai un godimento perverso.


    Il perdono,  cioè il giudizio che riabilita il rapporto con l'altro senza la necessità di una pena,  è un'atto di cui l'animale non è capace, non essendo capace di cattiveria ne di di separare giudizio da pena.


Dio non è l'anima dell'uomo, se l'uomo ne avesse una, sarebbe la sua.

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